Telecamera con svista

La videosorveglianza garantisce la sicurezza nell’Isola dei platani? Di certo mancano altri tasselli: senza la nuova Caserma non avremo più carabinieri

di Claudio Monti

In barba agli “occhi elettronici” che scrutano buoni e cattivi a spasso nell’Isola dei platani, nella notte fra il 25 e il 26 ottobre è andato in scena l’ennesimo furto in viale Paolo Guidi. A farne le spese, ancora una volta, la terza in pochi mesi, l’elegante (e gettonatissima anche dai ladri) Boutique Live.
Ma la videosorveglianza non avrebbe dovuto far dormire sonni tranquilli ai commercianti dello stracitato “salotto” cittadino? Al di là dei proclami e dei discorsi di circostanza in occasione dei tagli dei nastri, il problema è un pochino più serio e complesso.
Cominciamo dalle telecamere che un limite, non piccolo, ce l’hanno: di notte non consentono di vedere quanto sarebbe necessario per risalire agli autori dei furti. Delle immagini notturne memorizzate nella centrale della polizia municipale, spesso le forze dell’ordine non sanno che farsene. Nel caso dell’ultima incursione al Live, ad esempio, ci stanno provando i tecnici dell’Arma a risalire a qualcosa, ma pare che l’impresa sia quasi impossibile. Nelle loro mani, infatti, sono arrivate immagini che lasciano intravedere delle sagome, poco più che ombre.
Il problema vero è che le telecamere piazzate a suo tempo mancano degli accorgimenti necessari per una buona visione notturna e, soprattutto, non hanno lo zoom. Oggi chi voglia controllare da vicino e con la certezza del risultato, strade e obiettivi da proteggere, utilizza telecamere con zoom potentissimi capaci di ingrandire ogni dettaglio. Le impiega la polizia di stato in occasione delle manifestazioni dei “disobbedienti”, le sta istallando il Comune di Milano nei parchi e nelle aree centrali della città. Questi zoom entrano in funzione all’occorrenza e passano da grandangolare a teleobiettivo in quattro secondi con messa a fuoco automatica.
La prima domanda è: visto che il sistema di videosorveglianza esiste, che è costato non poco, non converrebbe potenziarlo a dovere adeguandolo agli ultimi ritrovati tecnologici, anziché dare soldi a fondo perduto (tipo elemosina) ai commercianti per sostituire le vetrine?
Questa, fra l’altro, è un’idea abbastanza datata che avrebbe potuto avere un senso quando, circa dieci anni fa, l’amministrazione comunale pensò di incentivare la sostituzione delle serrande con le vetrine, anche per rendere esteticamente più attraente l’Isola dei platani. Oggi molti hanno già provveduto senza aspettare i tempi biblici della pubblica amministrazione e quelli che non l’hanno fatto e che tengono aperti i negozi solo nei mesi estivi, difficilmente si faranno ammaliare dai mille euro offerti dal Comune.
Ma il tema sicurezza a Bellaria Igea Marina ha priorità che sono già state ampiamente individuate, anche se poi ai programmi non è seguita la fase dell’attuazione.
La caserma dei carabinieri, ad esempio, che è ancora quella di sempre, in via Pascoli, mentre il nostro paese è cresciuto arrivando a quota 17 mila abitanti (si veda il box in questa pagina). Con quella caserma, piccola e angusta, anche la speranza di avere ulteriori 4 o 5 carabinieri per tutto l’arco dell’anno, rimarrà tale. E senza un adeguato numero di carabinieri che si faccia carico del controllo del territorio come si può pensare di garantire la sicurezza dei cittadini e delle attività? Di notte in che mani è la nostra città? Infine, ve lo ricordate il megapubblicizzato “contratto locale sulla sicurezza”? Chi ne ha sentito più parlare?