I giovani e i loro territori

Frequentano gruppi o compagnie occasionali. Ma cosa chiedono i nostri ragazzi? Viaggio nei loro luoghi di incontro.

di Elisabetta Santandrea

“Marcare” il territorio. Forse potrebbe essere la giusta sintesi dell'essere adolescenti a Bellaria Igea Marina. Che, alla fine, non è poi così diverso da qualsiasi altra latitudine. L'esigenza di essere presenti, di muoversi in branco per farsi riconoscere e dividere col gruppo la responsabilità dell'esistere, di avere qualcosa di proprio da vivere, un luogo eletto dove incontrarsi. In casi estremi, un luogo in cui 'distruggere', lasciando segni che indispettiscono ma che, in fin dei conti, sono spia di qualcosa che comunque manca o che non va, a volte di una personalità alla ricerca di sé stessa e della propria (sbagliata?) affermazione.
I ragazzi sono tutto e la negazione di tutto: qualsiasi deduzione che li riguardi trova spesso un'immediata riprova che ciò che si pensava era sbagliato, un inutile luogo comune. Come si rivolge il paese a questa 'tribù'? Quali le proposte delle associazioni, delle varie agenzie educative e dell'amministrazione comunale per soddisfare le esigenze di incontro e confronto dei ragazzi?

Agesci: presenza storica
Unica nel suo genere e ormai 'storica' sul territorio è l'Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), presente come sezione Bellaria-Bordonchio 1, compresa nella zona di Rimini. Un centinaio i soggetti coinvolti, fra cui circa 15 educatori e 85 ragazzi, suddivisi per età in branche: i lupetti, il reparto, il noviziato ed infine il clan, composto da ragazzi dai 17 ai 21 anni. “Quello che ci contraddistingue - spiega Claudia, da anni capogruppo scout - è il fatto di proporre un metodo educativo che prevede un progetto di crescita per ogni singolo ragazzo”. Educazione alla socialità, alla convivenza, responsabilità e autogestione sono le funzioni fondamentali dell'Agesci, esplicate in uscite, campi e attività manuali. “Le caratteristiche dei ragazzi iscritti sono le più eterogenee - continua Claudia - ma un dato generale è che tutti seguono un percorso scolastico piuttosto regolare. Ci è capitato di avere segnalazioni da parte dei servizi sociali per l'inserimento di casi particolari, anche se non negli ultimi due anni. Probabilmente si rivolgono a noi soprattutto per la forte caratterizzazione continuativa del percorso che proponiamo”. Tutti arrivano in fondo? “C'è un'età critica, quella dell'adolescenza, verso i 14-15 anni, in cui molti lasciano. Sono contatti che poi vengono persi, a differenza di chi arriva al termine del percorso formativo e, dopo la partenza (ossia quando lo scout esce dal clan) mantiene contatti col gruppo, anche se indirettamente. Anche perché nello spirito di servizio si rimane comunque scout tutta la vita”.

I ragazzi del muretto
Ma è appunto quell'età critica di cui si parla ad attirare l'attenzione: è l'età di coloro che spesso vanno a confluire nei cosiddetti gruppi informali, cioè ragazzi senza un'appartenenza particolare ad un gruppo, che si raccolgono attorno ad una passione o che più semplicemente si incontrano abitualmente in un luogo, una sorta di 'territorio' di cui si sentono un po' 'possessori'. E' il caso dei ragazzi che si ritrovano quasi giornalmente in sala giochi o più spesso in luoghi all'aperto: in bici o con lo skate alla rampa del parco del Comune, attorno ai locali della scuola media e al centro Zaffiria, al parco del Gelso a Igea e davanti al centro Belverde. Pomeriggi e serate passati fra un giro in scooter, quattro chiacchiere e qualcosa da bere e fumare. E' a questi ragazzi che fino a circa un anno fa si rivolgeva la proposta di “educativa di strada” attivata dal 1996 dal Comune e oggi sospesa, è a questi ragazzi che, pur fra mille difficoltà, cercano di rivolgersi le parrocchie.

I centri giovani parrocchiali
Tutte, indistintamente, cercano di impegnarsi in percorsi aggregativi soprattutto dai 12-13 anni in poi (il cosiddetto dopo-cresima), cercando di creare ambiti di vita, più che percorsi formativi esplicitamente legati alla Chiesa. E' il caso di Bellaria mare, che vede attivo dallo scorso anno un centro giovani frequentato da ragazzi delle medie e superiori, in numero variabile dai 30 ai 60, sulla base delle iniziative e delle proposte. Attivo da quest'anno un corso di giornalismo e varie iniziative ludiche. Parallela al centro giovani l'attività dell'Azione Cattolica, con 20 ragazzi delle medie e una quarantina delle superiori e l'avvio di incontri rivolti alla fascia d'età dai 20 ai 30 anni. Sono presenti anche a Igea Marina e Bordonchio gruppi di Azione Cattolica e del 'dopo-cresima', mentre a Bellaria monte, oltre ad una realtà di 15 ragazzi fra i 12 e i 13 anni, si evidenzia una compagnia spontanea di circa sette-otto ragazzi impegnati in attività teatrali. “Ci sono poi gruppi che frequentano il bar del Circolo - aggiunge don Claudio - che però non hanno rapporti con la parrocchia”.

E il centro giovani “laico”
Spostandosi in ambito laico, l'unica proposta aggregativa di una certa rilevanza viene dal Centro giovani, una realtà agognata dai giovani di Bellaria Igea Marina fin dalla metà degli anni '80. Oggi il Centro è di casa al Belverde, gestito dall'associazione 2000 Giovani. Gestione entusiasta, anche se perennemente in attesa di delibera fondi economici per poter avviare corsi ed iniziative importanti e attualmente costretta ad adeguarsi a spazi non proprio ideali a tutte le iniziative svolte. Servizi di base offerti ai ragazzi che frequentano il centro sono: fonoteca, sala prove, punto ristoro, centro d'ascolto, sala relax con tv, stereo, videoproiettore, play station e giochi vari, più una programmazione di corsi che vanno dall'informatica alle lingue straniere (inglese e spagnolo), dalla meditazione al teatro (il centro ha anche una propria compagnia teatrale) ai corsi di chitarra e percussioni, che verranno attivati, questi ultimi, probabilmente nel 2005, fondi permettendo. Posti i servizi, chi frequenta il centro e con quali modalità? “La nostra proposta si rivolge ai ragazzi dai 12 ai 20-25 anni circa - spiega Monica Boschetti, presidente della 2000 Giovani - e i gruppi più consistenti sono quelli delle medie e delle superiori, che frequentano il centro quotidianamente (è aperto dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 23, ndr)”.

Il popolo dei laboratori e delle band musicali
Si tratta di gruppi abbastanza omogenei al loro interno: uno composto da circa 30 ragazzi delle medie svolge attività nel progetto 'Sipario', basato su laboratori di arte, danza e teatro, mentre l'altro (20 ragazzi di medie e prima superiore) è orientato verso attività di svago, uscite e simili. Poi ci sono i più grandi, di terza e quarta superiore: circa una quarantina, fra cui molti che hanno band musicali. “Sono più di dieci i gruppi che provano nella nostra sala, e recentemente abbiamo ricevuto richieste anche da esterni, da Rimini e dintorni”. Tutti al Centro giovani, insomma. Facile da gestire? “Ci si prova”. Più stringate le risposte degli educatori se si entra nello specifico: questi ragazzi esprimono desideri, passioni? “Molti non hanno una passione particolare - dice Monica - vanno molto stimolati”. E qui entra in ballo anche l'Associazione Alter OpS nella persona della dottoressa Carolina Barrionuevo. “Collaboriamo col Centro nell'analisi di quelli che sono i desideri dei ragazzi. Cerchiamo di capire che cosa può interessarli, stimolare la loro partecipazione per poi realizzare uscite, corsi, giochi, incontri sportivi e non”.