Molte idee per l'Isola, ma i fatti li vedremo?

Il “concorso europeo di idee per la riqualificazione dell'Isola dei platani” ha richiamato l'interesse di circa 150 tecnici arrivati un po' da tutta Italia, che il 13 novembre hanno fatto visita all'ormai consunto “salotto” tenuto a battesimo da Nando Fabbri e Raffaella Carrà a metà degli anni '80. All'epoca fu un intervento innovativo e all'avanguardia sulla costa. L'avvento dell'Iper, la chiusura di molti esercizi commerciali durante i mesi invernali e il fatto che non basta una zona di pregio a richiamare pubblico in modo continuativo, sono alcuni dei limiti che hanno oggettivamente pesato sul mancato decollo dell'Isola.
Da anni si discute e si pensa a come ridare lustro all'Isola dei platani, ma i vari progetti allo studio per un motivo o per l'altro non sono mai stati messi in pratica. Nel frattempo l'arredo è sfiorito e non rappresenta più la “cartolina” della città.
Il sindaco Gianni Scenna ha pensato di puntare sugli effetti speciali per ricreare clamore e interesse attorno all'Isola. E la marea di geometri, ingegneri e architetti a passeggio nel viale, questo risultato l'ha raggiunto. Però, ci si può accontentare dell'immagine se gli affari nell'Isola non vanno bene, se la qualità complessiva del centro cittadino è ormai ai minimi termini? Perché, gratta gratta, il finale di questa pensata pubblicitaria rischia di non essere quello atteso dagli operatori di quest'area.
Tanto per cominciare, il concorso d'idee ha richiamato tanti addetti ai lavori perché capita raramente che un Comune regali 70 mila euro ai primi tre classificati (spendendo in totale almeno 100 mila euro). Di solito le cifre sono molto più modeste (probabilmente noi siamo ricchi).
Ma l'aspetto più serio è un altro. Alla fine della fiera, quando il Comune avrà in mano le tre idee scaturite dal concorso, per passare a qualcosa di concreto occorrerà spendere cifre importanti, che al momento non sembrano esserci. Non solo. Nulla è nemmeno indicato sulla carta a proposito dei passaggi che dovranno seguire al concorso di idee. E allora il tutto si concluderà con un pugno di mosche.
Ancora una volta si sarà data l'impressione di fare e si sarà ottenuto qualche articolo sui giornali. Ma non si vive solo di trovate pubblicitarie: la città ha bisogno di qualcosa di più.