I numeri del disagio


Sono 23 gli utenti bellariesi in carico al Sert ed hanno un’età compresa fra i 15 e i 44 anni. “Le droghe fanno parte integrante della cultura dei giovani e sono usate per raggiungere stati emotivi.”

Per Bellaria Igea Marina il rapporto SerT 2003 rileva dati poco confortanti (anche in provincia si registra un aumento). Il fenomeno tossicodipendenza risulta essere qualcosa di costante nel tempo, con un’affluenza presso il servizio riminese che supera quasi ogni anno le 20 utenze, considerando un periodo di riferimento che va dal 1998 ad oggi. Percentuale nettamente alta quella maschile, in un rapporto pressoché costante di 7 a 1, con una frequenza maggiore del fenomeno nelle fasce d’età dai 20 ai 24 e oltre i 35 anni. Venticinque le persone rivoltesi al SerT nel 1998, un dato che nel 2003, dopo un quinquennio, si mantiene costante con 23 utenze in carico, su un totale di 35 soggetti affluiti, compresi in una fascia d’età che va dai 15 ai 44 anni. Per orientarsi fra i numeri, basti sapere che al primo gennaio 2003 i residenti a Bellaria Igea Marina compresi nella suddetta fascia d’età erano 7032, e che le utenze SerT rappresentano quindi percentualmente lo 0,5% di questa fascia di residenti. Ed è questo 0,5% che nel 2003, considerando come riferimento il territorio del distretto riminese, ci rende secondi solo allo stesso comune di Rimini nella ‘classifica’ delle utenze SerT. Se si considera anche il distretto di Riccione, scivoliamo al quinto posto, una regressione che non è comunque troppo incoraggiante, se si tien conto del numero di comuni e della vastità del territorio considerato.
Ma questa non è altro che la punta di un iceberg e nasconde un mondo sommerso dove l’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti assume connotazioni che nella maggior parte dei casi sono lontane dal classico clichè del drogato. “Le droghe fanno parte integrante della cultura dei giovani – spiega la dottoressa Daniela Casalboni del SerT – gli stupefacenti hanno un ruolo ricreazionale, vengono cioè usati per raggiungere stati emotivi diversi, modalità che spesso comporta l’uso anche di più sostanze: per fare un esempio, si prende ecstasy e poi eroina o sedativi per compensarne gli effetti. La cosa drammatica è che molti tipi di sostanze non vengono affatto considerati droghe, ma come semplici elementi indispensabili a momenti di divertimento”.
Preoccupante l’affluenza al SerT di giovanissimi ed emblematica la disinformazione, che crea il noto circolo vizioso di chi crede di poter smettere quando vuole e non sa riconoscere i sintomi dell’abuso neanche nei segnali di sindrome da astinenza. “E’ una cosa di cui non ci si rende conto - mi racconta M., 25 anni, residente a Bellaria Igea Marina - soprattutto quando si è giovani e il bere, il farsi una canna o sniffare coca diventano il modo per stare nel gruppo, dopo che tutte le altre cose le hai provate e ormai ti annoiano”. M. non è passato dal SerT: il consumo di droga “è stato un episodio legato all’adolescenza, verso i 15-16 anni. Poi, dopo le prime esperienze che mi hanno portato a scontrarmi con le forze dell’ordine e i controlli del medico, forse ho avuto paura, o forse mi sono reso conto di aver a che fare con qualcosa di più grande di me, che non riuscivo poi a controllore come credevo. Molti non hanno fatto una bella fine. Per me, ha significato qualcosa avere alle spalle una famiglia che ha capito”. (E.S.)