I nostri antenati

Continuano a venire alla luce nel territorio di Bordonchio, tombe che risalgono ad una necropoli di epoca romana. E’ ormai urgente pensare ad una
pianificazione archeologica e alla tutela preventiva dei resti storici.

di Cristian Tassinari

All’interno del territorio di Bellaria Igea Marina, la località di Bordonchio si evidenzia per il discreto numero di rinvenimenti archeologici effettuati e per la continuità insediativa che la contraddistingue, a partire dall’epoca pre-romana fino ai giorni nostri, praticamente senza interruzione di continuità. Ciò sicuramente è dovuto in parte alla sua particolare e favorevole situazione geografica, essendo situata lungo la direttrice litoranea; in parte all’ampia possibilità di sfruttamento agricolo del territorio retrostante.
La gran parte dei rinvenimenti è riconducibile alle necropoli che si trovavano lungo la via consolare Popilia, realizzata nel 132 a.C. dal console P. Popilio Lenate per collegare Rimini ad Adria.
A Bordonchio, situata alla distanza precisa di sette miglia da Rimini, doveva trovarsi una grande villa rustica che, alle attività produttive poteva unire quelle a carattere itinerario di ricovero e alloggio per i viandanti. Attorno a questa villa, poi, dovette forse costituirsi un piccolo mercato che, col passare del tempo, venne a rappresentare un punto di accentramento del popolamento circostante e un primo nucleo di un villaggio.
Purtroppo non abbiamo alcuna testimonianza delle strutture (edifici abitativi, officine produttive…) di questo villaggio, ma solo ciò che questi abitanti hanno lasciato dopo la morte, cioè le loro sepolture. Di alcuni conosciamo anche i nomi, come ad esempio Egnatia Chila, raffinata matrona di età tardo-repubblicana rappresentata a rilievo sulla sua stele funeraria (conservata nel lapidario del Museo Civico di Rimini) o il giovane Tito Cesio Longino, deceduto all’età di venti anni, le cui ceneri erano contenute in un bel cinerario di marmo greco. Sepolture più modeste erano invece quelle di un certo Aurelio Patercolo e di Lurio Severo.
Se, da un lato, possediamo dei nomi riportati su stele rinvenute tra il secolo XVIII e il XIX, dall’altro abbiamo tombe che, non avendo conservato le rispettive lapidi, rimangono anonime.
La recente espansione urbanistica che ha interessato la località di Bordonchio ha determinato tra il 1999 e il 2000 il recupero di tre sepolture, due nel cantiere di costruzione di villette residenziali e una in quello del centro di servizi annesso alla chiesa di San Martino. Due tombe erano del tipo ad incinerazione (cioè con le ceneri del morto collocate all’interno di una cassetta costruita con tegole) e solo una aveva un modesto corredo costituito da una moneta in bronzo.
La terza tomba era invece ad inumazione: le spoglie del defunto erano adagiate dentro un involucro realizzato con due grandi anfore segate a metà a formare una capsula. Il morto, oltre ad avere un piccolo vasetto in vetro adagiato a lato del capo, portava al dito un grazioso anello in bronzo.
A queste si aggiungono, inoltre, gli ultimi ritrovamenti effettuati nelle vicinanze del ristorante Pic-Nic.
La vitalità del centro insediativo di Bordonchio non si esaurisce con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente; al contario, vede nuovo impulso con la costruzione della pieve di San Martino, citata in numerosi documenti anteriori all’anno Mille. La chiesa dovette sostenere un ruolo fondamentale nell’assistenza ai viandanti, diretti in pellegrinaggio a Roma attraverso la via Romea, durante tutto il Medioevo.

Cristian Tassinari, l’autore di questo servizio, abita a Bellaria Igea Marina. Sta conducendo un Dottorato di ricerca in Archeologia presso l’Università degli Studi di Bologna e si occupa della conduzione di scavi archeologici d’urgenza in collaborazione con le Soprintendenze per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna e delle Marche. Dal prossimo febbraio, sempre per l’Università di Bologna, sarà “Field Director” nel sito egiziano di Bakchias, nell’oasi del Fayyum, dove opera come responsabile per la documentazione grafica e dei rilievi di scavo già dal 1997.

Gli studi. Degli insediamenti romani a Bordonchio si è occupato nei suoi libri anche Mario Foschi. In “Da Burdunculum a Igea Marina”, lo storico locale elenca i ritrovamenti che documentano la presenza romana in questa parte del nostro territorio comunale: oltre a monete in bronzo e in oro di diversi periodi storici (testa dell’imperatore Nerone e Giove seduto sul trono, testa dell’imperatore Giustino II, testa dell’imperatore Vespasiano e donna alata, testa del triumviro Marcantonio...), sono venuti alla luce due cippi funerari, un diploma militare del 294 d.C., fittili, mattoni, anfore e lucerne.