A quando una pianificazione archeologica del nostro territorio?


Il recente ritrovamento delle tombe (nelle foto qui sopra) all’interno di un cantiere edile in fase avanzata dei lavori di escavazione, getta nuova luce sulla problematica della pianificazione archeologica nel territorio comunale e della tutela preventiva dei resti storici.
In altri contesti regionali (emblematico è il caso di Modena) la collaborazione tra Comune e Soprintendenza ha portato alla realizzazione di una “Carta del rischio archeologico della città e del territorio” che, messa in relazione con il Prg, ha rappresentato un utile strumento di prevenzione e di risparmio, sia di tempo che di costi. Solitamente, gran parte delle incomprensioni e delle tensioni che sorgono tra chi è preposto alla tutela archeologica (Soprintendenza) e chi si accinge a costruire, deriva dal blocco dei lavori edili che può essere di durata sensibilmente variabile a seconda dell’entità del ritrovamento.
Un progetto sistematico di ricerca preventiva, attuabile attraverso sondaggi archeologici nelle zone a rischio di futura edificazione, costituirebbe la soluzione al problema della conservazione del nostro patrimonio storico senza compromettere lo sviluppo urbanistico dei moderni centri residenziali. C’è la speranza che questo ulteriore rinvenimento susciti nuovamente interesse verso la tematica archeologica nel territorio bellariese e conduca alla pianificazione di un lavoro di ricerca che, in passato, era stato avviato tra Comune e Soprintendenza e aveva già portato all’abbozzo di una Carta dei siti archeologici del territorio comunale. (C.T.)