La passione di educare

Svolgono un servizio pubblico a tutti gli effetti le scuole materne parrocchiali.
Se fino ad oggi nella nostra città si sono potute evitare le liste d'attesa, è
stato anche grazie a loro. Perché accolgono circa 200 bambini. Il caso di Igea.

di Emanuele Polverelli

Nello scorso numero de “Il Nuovo” abbiamo parlato dell'Istituto comprensivo di Bellaria Igea Marina. Ora questo istituto è unico ma, in realtà, non è l'unica scuola. Esistono altre realtà scolastiche non statali, come la Dirigente stessa affermava, che forniscono un servizio pubblico indispensabile.
Oggi trattiamo delle scuole nate a partire da un'esperienza cattolica. Nel nostro Comune abbiamo due scuole materne, una a Bellaria (con due sedi: al centro e alla Cagnona) ed una a Igea.
Inoltre abbiamo piccole colonie di bellariesi che frequentano scuole medie non statali dislocate fuori comune; di queste parleremo la prossima volta.
Polemiche ideologiche assurde e fuori dal tempo limitano l'orizzonte di realtà che sono di prim'ordine per qualità professionale e spirito di servizio.
Intendiamo dunque dare voce a questi appassionati dell'educazione che stanno svolgendo un lavoro egregio e al servizio di tutti: vere e proprie scuole pubbliche ma non di Stato e che lo Stato snobba.
Chiariamo bene questo ultimo punto, partendo dalla nostra situazione locale.
Se fino ad oggi abbiamo potuto evitare liste di attesa per la scuola materna è anche grazie al contributo prezioso delle scuole non statali. Quasi duecento bambini solo in quelle cattoliche, a cui va aggiunto l'apporto della scuola comunale. Qualora venissero a meno queste realtà, Bellaria Igea Marina avrebbe gravi difficoltà nel garantire un servizio fondamentale, quale è l'istruzione. Non solo. Il costo del personale docente, delle strutture, del personale non docente è coperto autonomamente dalle scuole non statali. I servizi che gravano sul Comune sono pari allo zero.
Ogni bambino che si iscrive ad una scuola non di Stato implica per l'amministrazione un risparmio elevatissimo. Quale è la risposta dell'amministrazione a fronte di realtà che le permettono di garantire un servizio che essa non saprebbe garantire e un risparmio sensibile sul bilancio comunale? Un contributo risibile, fermo nella cifra a molti anni fa e pari a circa 150 euro a bambino.
Queste scuole vanno sostenute per il bene e l'utilità di tutti. La prima ad essere interessata dovrebbe essere l'amministrazione pubblica, perché la prima a beneficiare di un servizio che è suo dovere porre e che la società autonomamente organizza, come d'altra parte viene garantito dalla stessa Costituzione (art. 33).
Un contributo significativo alle scuole libere non implica, come abbiamo tentato di mostrare, alcun onere per lo Stato ma uno sgravio. Infatti, qualora le scuole libere chiudessero, lo Stato spenderebbe assai di più. Ma su questo avremo occasione di tornare. Dunque, davvero, scuole pubbliche ma non di Stato.
Quando in Italia l'ideologia verrà sostituita dallo spirito di servizio e dal senso pratico? (E.P.)

La scuola materna san Giovanni Bosco di Igea Marina

La scuola materna parrocchiale San Giovanni Bosco è presente ad Igea da diversi anni. Oggi è guidata da uno staff composito. Il presidente è il parroco don Agostino. Abbiamo poi un direttore nella figura di Giorgio Rossi, una direttrice didattica, Aduana Balestri e la coordinatrice didattica, Sharon Crisafulli, più direttamente a contatto con i bambini insieme alle altre maestre.
Incontriamo tutte queste persone e dal dialogo comune emerge l'immagine di una scuola dinamica e in evoluzione.
La scuola Materna San Giovanni Bosco è presente ad Igea da diversi anni. Chi la volle e per andare incontro a quali bisogni?
La scuola è nata nel 1936. Tuttavia nel 1969 dovette chiudere per mancanza di locali idonei. Fu don Nicola che nel 1972 volle fortemente recuperare la scuola, preoccupato di dare un aiuto concreto a chi non poteva accudire direttamente i figli a causa del lavoro e per dare a questi bambini un orientamento cristiano.
Oggi quelle motivazioni sono ancora vive? Se ne sono aggiunte di nuove?
Con il cambiamento del paese aumentano le responsabilità della scuola. Il desiderio è poter accogliere le numerose nuove famiglie che stanno giungendo ad abitare ad Igea e Bordonchio.
La scuola da qualche tempo è retta da laici. Cosa è cambiato?
La scuola rimane fortemente legata alla Parrocchia e cerca di coinvolgere i genitori in un'esperienza comune, attraverso i momenti della Festa della famiglia, il Carnevale e la partecipazione a momenti importanti dell'anno liturgico.
Abbiamo lavorato molto per qualificare la scuola, per migliorare l'offerta formativa, includendo nelle attività educativo-didattiche discipline quali l'inglese e la musica, seguite da docenti professionisti. Inoltre abbiamo arredato le aule e qualificato gli ambienti con interventi relativi alla sicurezza ed alla funzionalità didattica.
Un po' di dati (alunni, maestre, mensa, funzionamento....)
Dal primo anno della nuova gestione abbiamo avuto un incremento del 30% di iscrizioni. Ora abbiamo tre insegnanti a tempo pieno che si occupano di tre gruppi divisi per età, seppure le sezioni siano due, della coordinatrice pedagogica che segue anche il laboratorio di lingua inglese e due insegnanti che si occupano del laboratorio musicale. Abbiamo una mensa interna.
Cosa vi spinge ad andare avanti in una impresa così impegnativa?
E' la passione per il lavoro di tutti i giorni, per l'educazione di questi bambini. Una spinta forte viene dall'esempio di quelle persone che fanno volontariato qui da noi.
Come sono i rapporti con le altre scuole e la direzione didattica?
La scuola viene contattata per le varie iniziative sul territorio e collabora con l'Istituto comprensivo per il Progetto Continuità, un progetto rivolto ai bambini di 5 anni che andranno alla scuola elementare.
La scuola riceveva un contributo dal Comune. E' ancora così?
Esiste una convenzione fra l'amministrazione comunale e le scuole materne private per l'attuazione del diritto allo studio. Riceviamo dal Comune circa 4.600 euro per sezione (9.200 in tutto) che però sono assolutamente insufficienti.
Quali le maggiori difficoltà della scuola e cosa occorrerebbe?
La scuola sta operando bene e l'organizzazione è soddisfacente. I problemi sono quelli finanziari. Abbiamo investito parecchio per mettere in sicurezza i locali e per rinnovare le strutture delle aule in modo da renderle pienamente funzionali al lavoro didattico. Malgrado gli aiuti che riceviamo, in particolare da Romagna Est, occorre l'intervento della Parrocchia per poter equilibrare il Bilancio.
La collaborazione con i genitori è attiva? In che forme si manifesta? E' incisiva nel rapporto
educativo?
Abbiamo un comitato dei genitori aperto a chiunque desideri parteciparvi, il quale si preoccupa di promuovere iniziative di coinvolgimento dei genitori quali feste, lotterie, mercatini, gite, ecc. Inoltre ha il compito di tenere i contatti con le maestre per la risoluzione di tutti i piccoli e grandi problemi che possono insorgere. La scuola così diventa un punto di socializzazione forte per le stesse famiglie.
Quali i punti di maggior soddisfazione?
La stima da parte dei genitori, anche di tanti fuori parrocchia, e l'affetto dei parrocchiani che comprendono il valore di quest'opera.

Didattica e valori

110 bambini divisi in quattro sezioni, a Bellaria. Ma il
contributo “pubblico” è ancora quello di 10 anni fa.


La scuola materna parrocchiale “Caduti per la patria - San Giuseppe” di Bellaria ha due sedi. La prima al centro (caduti per la patria) e la seconda alla Cagnona (San Giuseppe). La presidenza è del parroco don Tonino Brigliadori. Incontriamo alcuni volontari che operano nella scuola sia a livello amministrativo, Giorgio Pironi e Gianfranco Giorgetti, che didattico, la direttrice Carmela Barone.
Partiamo dai dati
Gianfranco: Abbiamo più di 110 alunni divisi in quattro sezioni, delle quali tre al centro e una alla Cagnona. Le maestre in totale sono sei a cui vanno aggiunte le due religiose, una per sede. Due cuoche più un aiuto lavorano alla cucina interna e l'apporto dei volontari è prezioso in più attività, specie quelle amministrative.
Da quale esperienza nasce la scuola materna parrocchiale di Bellaria?
Giorgio: Gli antecedenti sono nella Villa Gioia, la sede dell'ordine delle Suore Missionarie del Sacro Cuore, che gestivano già un asilo. Nel 1967/68 venute a meno le suore, la parrocchia fa rinascere l'asilo all'interno dei suoi locali, grazie all'aiuto delle Maestre Pie.
Gianfranco: La scuola alla Cagnona invece è stata acquisita nel 1991 dall'istituto della Beata Vergine. Nasce con un intento sociale, per dare un aiuto alle famiglie, ma anche con un preciso scopo educativo. Si voleva comunicare ai bambini i valori cristiani, un senso positivo della vita. Allora era importante e non era affatto scontato per tutti. C'era anche chi si opponeva a questo.
Giorgio: Certo, non per nulla il Comune fece nascere la “Salvador Allende”. Ci fu anche una polemica forte attorno alle due scuole con risvolti piuttosto antipatici. Peraltro dal punto di vista giuridico la Salvador Allende è “privata” come le nostre scuole.
E oggi valgono ancora queste motivazioni?
Gianfranco: Oggi è tutto diverso, ma noi cerchiamo sempre di infondere una speranza cristiana nelle famiglie e nei bambini. Vogliamo che chi viene da noi sappia che sta facendo una scelta, ma senza dubbio non è più ideologica come una volta.
Carmela: Vogliamo comunicare i valori cattolici e lo si fa mediante le ore di religione e attraverso la preghiera durante la giornata. C'è poi una forte apertura all'intervento dei genitori e uno spirito di collaborazione molto vivo con la parrocchia.
Quale è la vostra proposta educativa?
Gianfranco e Giorgio: Molti vengono da noi perchè cercano per i loro figli un riferimento ai valori cattolici. Molti perchè la didattica è particolarmente curata. Abbiamo insegnanti che curano attentamente le fasi dell'insegnamento e i risultati in questo campo ci confortano. Altri poi vengono perchè comodo, perchè trovano il posto qui...
Carmela: Da noi i genitori trovano una scuola aperta. La collaborazione con le famiglie è ampia. Esiste un comitato genitori di 8 persone che cura i rapporti tra tutti i genitori e le maestre. Genitori e maestre collaborano a momenti comuni, quali la festa dell'accoglienza (ogni bambino grande offre un dono ai nuovi arrivati), il Natale (il mercatino è curato dai genitori) la festa del saluto (una specie di simpatica graduation all'americana per coloro che andranno alle elementari).
E' una scuola cattolica, ma ... chi non lo è trova problemi?
Carmela: La nostra è una scuola aperta a tutti. Quando i genitori vengono ad iscrivere i loro bambini io chiarisco loro quale è la nostra identità però chiunque può partecipare e non abbiamo mai avuto problemi. Solo una mamma musulmana ci ha chiesto di evitare la carne di maiale a suo figlio, ma nessun problema per la preghiera o per i contenuti didattici.
Gianfranco: E' vero, non abbiamo mai avuto problemi particolari. Anzi aiutiamo alcune famiglie e tra queste alcune di fede diversa.
Sul piano economico? Vi sono aiuti dal Comune?
Giorgio: Esiste una convenzione, che risale ai tempi delle amministrazioni di Fabbri. Va detto che non è mai stata adeguata con l'andare dei tempi, al contrario di quel che è avvenuto in altri comuni. Mi pare che esista l'obbligo da parte delle amministrazioni comunali di dare sovvenzioni almeno pari ai soldi relativi ai servizi che dispone per le scuole statali. Occorrerebbero aiuti assai più consistenti anche perchè senza il nostro servizio il territorio si troverebbe in difficoltà di numeri, mancherebbero posti... (E.P.)