"Se qualcuno si fa male chi è il responsabile?"

tutte le foto a questo link

Inciampando sulle mattonelle sconnesse, un anziano ha battuto la testa ed è stato trasportato all'Ospedale di Rimini da un'ambulanza. Proprio nell'ultimo consiglio comunale (di cui riportiamo gli interventi) la Lista della città aveva chiesto: “Se qualcuno si fa male chi è responsabile?”


Intorno alle 9 e 15 di questa mattina (15-06 -2006) un anziano è caduto, battendo la testa, dopo avere inciampato sulle mattonelle sconnesse dell'arredo urbano di viale Pinzon (incrocio con via Gialo): è stata subito chiamata un'ambulanza che ha trasportato l'anziano (che alloggia all'Hotel Nautilus di Igea Marina) all'Ospedale di Rimini. Il sangue è rimasto sulle strisce pedonali.
E' anche intervenuta la Polizia municipale di Bellaria Igea Marina che ha effettuato i rilievi. L'anziano sanguinava abbondantemente dal capo e intorno a lui si è subito radunata una folla di turisti e residenti che imprecava contro l'arredo “disgraziato”. Nel punto in cui è inciampato, infatti, le mattonelle hanno creato un “gradino” di 10 centimetri nel quale è facilissimo inciampare, soprattutto da parte di una persona anziana.
E' l'ennesimo episodio del genere che si verifica sull'arredo urbano di viale Pinzon da due anni al centro di polemiche e - nonostante le numerose promesse - ancora in attesa di un intervento che risolva il problema: l'arredo, infatti, non ha superato il collaudo predisposto dal Comune con un clamoroso ritardo, e quindi permangono tutti i problemi legati ad un'opera realizzata in violazione della legge sulle barriere architettoniche e costata quasi 4 miliardi di vecchie lire.
Nel consiglio comunale del 7 giugno scorso, il tema è tornato a galla e, nemmeno a farlo apposta, pochi giorni dopo è accaduto l'incidente, sicuramente il più grave che si sia verificato fino ad oggi.
“Sono ancora qui a richiedere il collaudo di viale Pinzon - ha detto Maggioli in consiglio comunale - richiesto da tempo. A questo punto siamo alla farsa perché non esiste più una motivazione plausibile di questo ritardo.” Maggioli ha anche chiesto se la giunta o gli uffici hanno “messo in preventivo e in cantiere qualche decisione per viale Pinzon: a parte una microlevigatura di un metro quadrato, mi risulta che nulla sia stato fatto. Siamo in stagione e quindi voglio sapere se c'è qualcosa nel cassetto oppure no.”
Al capogruppo della Lista della città ha risposto l'assessore ai lavori pubblici Massimo Reali: “I lavori di viale Pinzon non sono andati avanti perché la fase di progetto, di studio, si è allungata molto verso la stagione estiva e quindi i tempi non consentivano nel mese di maggio di fare quel tipo di intervento che era previsto dal progetto che noi avevamo già sostanzialmente deliberato. Invece per quanto riguarda il collaudo, mi sembra che non ci sia nessun problema per averlo. Non è mai arrivata sul mio tavolo una richiesta precisa, a parte il fatto di aver ascoltato - credo per la terza o la quarta volta - la tua interpellanza in Consiglio Comunale, perciò da parte mia e credo anche da parte di tutta la Giunta non c'è nessuna difficoltà a consegnarti il testo del collaudo. Perciò questa sera me ne faccio carico in prima persona e ti farò avere il collaudo attraverso il mio dirigente.”
Ha incalzato ancora Maggioli: “A prescindere dal discorso dei lavori che vanno fatti, faccio una domanda più specifica. Siamo in stagione, i marciapiedi non sono agibili da quanto io sappia del collaudo. Se qualcuno va sui marciapiedi e si fa male, cosa succede? Questa mi sembra la domanda più ovvia possibile anche perché presumo che qualcosa per risolvere questa situazione sia stata messa in cantiere. Non sto parlando dei lavori di cui conosco l'entità di riqualificazione, di panchine e cose varie; io sto parlando di agibilità e di soluzione rispetto all'agibilità. I marciapiedi sappiamo che non sono agibili per il collaudo, voglio sapere se qualcosa è stato fatto per fare in modo che questa situazione sia risolta. Nel caso in cui non sia stato fatto niente rifaccio la domanda: se succede qualcosa su quei marciapiedi, chi è responsabile?”
E qui l'assessore Reali ha scaricato tutto sul dirigente ai Lavori pubblici e Urbanistica Gilberto Facondini: “La mia risposta prosegue dicendoti in maniera chiara che il responsabile credo sia il nostro dirigente ai lavori pubblici. Esprimo con chiarezza quello che è. È chiaro che noi avevamo predisposto di intervenire con un intervento proprio per rendere agibile ai disabili il marciapiede, però non siamo potuti intervenire perché le lungaggini sono andate avanti fino a poche settimane fa, tanto è vero che eravamo nelle condizioni di dare l'avvio alla levigatura dei marciapiedi nella prima o quasi nella seconda settimana di maggio, per cui non abbiamo ritenuto opportuno partire. È chiaro evidentemente non pensiamo di avviare i lavori se non dopo il periodo estivo.”
Ha poi preso la parola Pierluigi Grossi (Lista della città): “Siccome io sono amante delle domande dirette, come un quiz - Maggioli è stato molto più elegante - ritorniamo su questo tema perché questa sera è stata detta una cosa molto importante. Io faccio delle domande telegrafiche, ma le risposte non le vogliamo scritte, le vogliamo questa sera. Si possono utilizzare o no i marciapiedi questa estate? Chi si assume la responsabilità di eventuali danni alle persone, il dirigente? Ma il dirigente io non credo che non abbia presentato qualche cosa, una delibera, per poter risolvere il problema. Ammesso poi che questo problema venga affrontato immediatamente, chi lo paga? Non vorrei una risposta fra tre mesi.”
Reali: “A questo punto credo che la domanda sia molto più precisa forse di quella di Roberto Maggioli, non soltanto meno o più elegante e quindi io delego il dirigente a dare una risposta a questa domanda molto più precisa e specifica.”
La presidente del consiglio comunale Mara Garattoni: “Quindi, Assessore, sta dicendo di invitare il dirigente? Ho capito bene?” Reali: “Sì, esatto, se mi è permesso invito il dirigente a dare una risposta.”
Prende quindi la parola l'Arch. Gilberto Facondini (che era seduto fra il pubblico), dirigente Urbanistica e lavori pubblici: “In ordine alle responsabilità legate all'utilizzo del marciapiede che non ha avuto il collaudo positivo di viale Pinzon, il collaudo dell'opera non ha avuto l'esito positivo per il mancato adeguamento dello stesso alla normativa sulle barriere architettoniche. In sede di collaudo, il collaudatore ha sostenuto che il marciapiede non è pericoloso per la sua transitabilità. In ogni caso è pacifico che il mancato collaudo dell'opera non consente il suo utilizzo per le persone portatrici di handicap. In questo senso la Giunta ha all'esame da 15 giorni una proposta per approvare il progetto di levigatura del marciapiede, proposta che non è stata ancora deliberata dalla Giunta comunale e che quindi verrà senz'altro riproposta nella prossima seduta in cui si riunisce. È chiaro che i lavori, a prescindere dalla stagione estiva, devono essere fatti. Su questo non c'è alcun dubbio.”
Il consigliere Primo Fonti (Lista della città): “Se non ho capito male il marciapiede di viale Pinzon dovrebbe essere chiuso.”
Arch. Facondini: “Il marciapiede non può essere utilizzato da persone portatrici di handicap. Quindi occorre segnalare adeguatamente che il marciapiede non può essere percorso da persone portatrici di handicap, oppure eventualmente chiuderlo. Siccome non ci sono le condizioni per transennare il marciapiede perché non si è riscontrato in sede di collaudo la pericolosità del marciapiede, occorre adeguatamente segnalarlo e soprattutto occorre fare gli interventi di adeguamento che sono stati ritenuti necessari per essere conformi alle normative sulle barriere architettoniche. Stiamo cercando di fare i lavori per poter ottenere questo adeguamento.”
Cons. Fonti: “L'intervento chi lo paga?”
Arch. Facondini: “L'intervento deve essere anticipato dall'Amministrazione, e poi richiesto il risarcimento dei danni alle ditte e al direttore dei lavori che hanno eseguito quest'opera.”
Cons. Fonti: “Se viene riconosciuto colpevole del danno.”
Arch. Facondini: “Certamente”.

Nessuno in Giunta ha mai ascoltato le segnalazioni sulla pietra incriminata



Consiglio comunale, 10 febbraio 2004. Roberto Turroni (Lista della Città) presenta una interpellanza che suona così: “Da un esame del progetto esecutivo, abbiamo avuto modo di notare che i marciapiedi nell'area interessata dall'arredo urbano in viale Pinzon, sono realizzati in pietra di dimensione 30-45 cm. E' una pietra, ho avuto modo di vedere, non levigata, quindi con smussature, una pietra naturale. Rilevo che sui marciapiedi porre una pietra di questo tipo crea problemi per i pedoni. Una pietra così, quando passate con le auto sentite benissimo che tipo di riflesso dà. Oltre alle auto, passano pedoni, passeggini e altro. Credo che la pietra naturale non sia molto adatta al marciapiede e quindi occorra un materiale piano, levigato. E' opportuno soffermarsi su questo aspetto, proprio per fare un'opera che rimanga nel tempo. Mi hanno comunicato che la stessa pietra è stata collocata su alcune stradine laterali dove il lavoro è già stato fatto, quindi prima di realizzare i marciapiedi occorre verificare bene.”
Prende la parola il sindaco: “Roberto, grazie davvero per l'informazione, facciamo le verifiche anche perché come tu avrai visto, la stuccatura ancora non è stata data, però hai fatto bene a notarlo. Ti dice direttamente Roberto sulla tua interrogazione, Sancisi prego.”
Roberto Sancisi: “Proprio domenica ero sul cantiere a verificare l'andamento dei lavori e mi sono accorto che avevano già iniziato a posare le piastre di porfido alle quali ti stai riferendo tu (riferito a Turroni, ndr) che sono le stesse che usano nelle vie laterali, per intenderci quelle che vanno a spiaggia, però mi sono anche accorto che non avevano stuccato fra mattonella e mattonella; avevano posato le prime pietre e a essere sincero non mi sono accorto di grossi dislivelli, però già domani …” Interrompe Turroni: “Mi risulta che i marciapiedi vengano realizzati con quella pietra naturale”. Sancisi: “Solo il cordolo viene realizzato con quella pietra”. Turroni: “No, tutto il marciapiede”. Sindaco: “Bisogna verificarlo”. Turroni: “Ho preso il progetto stamattina e ho visto che tutto il marciapiede viene realizzato in pietra naturale e fra l'altro anche il tecnico aveva rilevato questa cosa della pietra naturale non levigata, per capirci quella che è stata usata in via delle Nazioni a Gatteo Mare.”
Roberto Sancisi: “Ti ringrazio della segnalazione. Domani mattina farò la verifica subito e poi vediamo ovviamente di rimediare se è possibile.” Le segnalazioni continuarono nei consigli comunali dell'1, 21 e 28 aprile 2004 con interpellanze di Leandro Di Pinto e Roberto Maggioli. Ma... nessuno in giunta si degnò di ascoltare.

Da Il Nuovo del 6.4.2006

Cronistoria di un brutto pasticcio


Il progetto dell'arredo urbano di viale Pinzon, costato complessivamente una cifra che sfiora i 2 milioni di euro, è stato redatto dall'architetto Ulisse Tramonti, dell'Università di Firenze, e dall'ingegner Roberto Mussoni (che è anche coordinatore provinciale della Margherita). La giunta approva il progetto definitivo nel maggio del 2003 e poche settimane prima delle ultime elezioni amministrative, giugno 2004, il sindaco Gianni Scenna inaugura il viale.
Ma i problemi non tardano ad arrivare e per limitare i danni di un arredo sconnesso e impraticabile le pietre vengono subito “levigate”, senza ottenere però grandi risultati. Alla protesta dei residenti e dei turisti ben presto si aggiunge quella dei disabili di Aniep e Luce sul mare: per tenerli buoni il sindaco promette che riparerà con la rapidità di un fulmine all'errore commesso. Nel frattempo fa costruire un camminamento che passa di fianco al campo di calcetto per permettere a chi si muove in carrozzina di raggiungere il centro di Igea attraverso via Tibullo, evitando le pietre del lungomare.
Il 21 dicembre 2004 il consigliere della Lista della Città Gianluca Medri Ottaviani presenta un'interpellanza con la quale chiede al sindaco se esista un'indagine della Procura della Repubblica in merito ai lavori eseguiti. Il sindaco, come capita spesso, non risponde e delega a farlo il dirigente agli Affari generali Italo Cecchini. Il quale, il 27 gennaio 2005, scrive a Medri negando l'esistenza della denuncia anche se l'autore dell'esposto, il presidente di Aniep Gianni Selleri, l'aveva annunciata sulla Voce di Rimini dell'8 gennaio: “Ho inoltrato l'esposto-denuncia alla Procura perché la pavimentazione risulta inagibile a persone con ridotte capacità motorie.” Il sindaco continua a tacere e manda avanti i dirigenti. Nel marzo del 2005 sarà il dirigente ai Lavori pubblici Gilberto Facondini a riferire dell'esistenza di una lettera del comandante della Polizia municipale al dirigente dei servizi tecnici nella quale chiede “per ragioni di polizia giudiziaria, di comunicare l'avvenuto collaudo e l'esito dello stesso”.
Il 18 agosto scorso la clamorosa manifestazione di oltre 400 disabili (nella foto) che hanno bloccato il lungomare e scandito slogan contro il sindaco: “Primo cittadino toglici il gradino”. La notizia va su tutti i giornali e sul Tg3 dell'Emilia Romagna. A metterci una pezza, all'indomani della protesta, arriva il presidente della Provincia Nando Fabbri che incontra i contestatori e dice loro: “Sarà mio impegno vigilare ed aiutare l'amministrazione comunale affinché i lavori siano finiti entro la Pasqua del 2006.”
Interpellanze vengono presentate anche da Roberto Turroni, Roberto Maggioli, Primo Fonti e Pierluigi Grossi. Quest'ultimo, il 15 marzo, nella sala consiliare ha rivolto al sindaco una sfilza di domande: “Chi ha scelto la famigerata pietra del lungomare? Da quale cava proviene? Quanto è stata pagata al metro? Esistono altre cave sul territorio nazionale e quali sono i prezzi di mercato?” Perché a due anni dalla conclusione dei lavori il collaudo non arriva? Grossi chiarisce di non essere intenzionato “a colpire qualcuno in particolare ma di voler giungere alla verità. Chi ha responsabilità se le deve assumere di fronte alla cittadinanza.” Il sindaco continua a non rispondere. Nel consiglio comunale del 20 febbraio scorso annuncia a Roberto Maggioli: “Mi dicono gli uffici che ormai è prossimo l'arrivo del collaudo e quindi a breve sarò in grado di evadere anche la tua interpellanza.” Si noti la presa di distanza, che è una costante in questa storia: “Mi dicono gli uffici...” Lui è il sindaco ma ci tiene a far sapere che non c'entra nulla.

Dal “Nuovo” del 23.3.2006